Obblighi economici

NUOVO MANTENIMENTO E LUOGHI COMUNI

quando smettere di pagare assegno di mantenimento

DIVORZIARE E NUOVO ASSEGNO DI MANTENIMENTO: SFATIAMO I LUOGHI COMUNI.

Pagare il mantenimento: a maggio 2017 la svolta epocale. Esce l’arcinota sentenza di Cassazione che sancisce il principio di autoresponsabilità dei coniugi in tema di assegno di mantenimento.

In base alla sentenza, il nuovo parametro per decidere se il coniuge abbia o meno diritto agli alimenti è solo quello del potenziale lavorativo e/o economico. Nella determinazione dell’assegno divorzile,  viene quindi meno il principio di proporzionalità al tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.

Sintetizziamo: da maggio 2017, chi ha la possibilità di rendersi autosufficiente economicamente, specie se è già in possesso di cespiti propri o di una abitazione, astrattamente non ha diritto agli alimenti. Indipendente dal miglior tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.

C’è differenza tra mantenimento dopo il divorzio e mantenimento durante la separazione.

Il mantenimento durante la separazione, infatti, resta ancora proporzionato al tenore di vita e quindi può essere molto più elevato del mantenimento dovuto dopo il divorzio!

Infatti, la separazione, a differenza del divorzio, non comporta la cessazione degli effetti del matrimonio.

Essa si limita ad eliminare il dovere di fedeltà, di collaborazione e di coabitazione, ma non elimina il dovere di assistenza materiale.

Diversa è la situazione dopo il divorzio. Il divorziare, infatti, lascia in vita un semplice dovere di solidarietà, che è del tutto svincolato dal rapporto di coniugio.

 

E allora quando si può smettere di versare il mantenimento?

Le astratte capacità lavorative dell’ex sono solo un parametro sulla base quale decidere se e quanto versare. In presenza di una situazione di effettiva necessità economica ed in assenza di cespiti, conti personali o beni immobili, questo parametro rileva davvero poco.

Infatti, fino a quando tali capacità non si concretizzano nello svolgimento effettivo di un lavoro retribuito, l’unica cosa che conta -anche dopo essere riusciti a divorziare– è lo stato di bisogno del coniuge svantaggiato.

Le prime sentenze del 2017, salutate come “rivoluzionarie” e sostenute dall’eco mediatica di casi milionari balzati agli onori delle cronache per via delle somme in gioco, vanno quindi rivalutate alla luce dell’elaborazione giurisprudenziale degli ultimi mesi, che ha avuto modo di frenare gli entusiasmi di chi, volendo divorziare e smettere di pagare gli alimenti, almeno per un po’ si è sentito affine a qualche noto milionario milanese.

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
Avv. Piergiorgio Rinaldi
La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.

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