Mantenimento del figlio maggiorenne non convivente

mantenimento del figlio maggiorenne non convivente

Il mantenimento dovuto al figlio minorenne è obbligatorio anche verso il figlio maggiorenne se il suo lavoro è precario, anche quando non è convivente con il genitore collocatario.

Il mantenimento del figlio dopo la separazione

Dopo la separazione dei coniugi, solitamente il figlio viene posto in affido condiviso ma collocato presso un solo genitore. Il genitore non collocatario verserà, a titolo di contributo per le spese del figlio, un assegno mensile rivalutabile secondo gli indici Istat.

Questo assegno, contrariamente a quanto spesso si pensa, deve essere versato anche dopo il compimento della maggiore età.

Se il figlio diventa maggiorenne

Molti padri –è infatti, in Italia, ancora l’uomo a perdere di solito la possibilità di convivere con il figlio e di restare nella casa coniugale- pensano che l’obbligo di pagare il contributo per il figlio cessi quando quest’ultimo diventa maggiorenne.

Tuttavia, questo obbligo non scompare con l’arrivo della maggiore età, ma si protrae sino a quando il figlio non sia economicamente indipendente.

Figlio non convivente che studia o lavora

Il caso tipico è quello del mantenimento del figlio maggiorenne non convivente che lavora ma ha un inquadramento precario.

Un altro caso tipico è quello del figlio maggiorenne che studia, quindi non può lavorare.

In entrambi i casi, non esiste una autosufficienza economica che consenta al figlio di emanciparsi dall’aiuto dei genitori, e ciò anche nel caso in cui egli non sia più convivente con la madre.

Anche in questi casi, quindi, l’obbligo del contributo alimentare permane a carico del genitore non collocatario.

Quando cessa l’obbligo?

L’obbligo di somministrare un contributo in favore del figlio cessa quando quest’ultimo diviene indipendente sotto il profilo economico. Una stabile assunzione all’altezza degli studi compiuti dal giovane, è presupposto indispensabile per essere esonerati dall’onere alimentare.

Diversamente, un lavoro precario, pur consentendo al figlio di portare a casa uno stipendio, è da considerarsi una parentesi all’interno di una condizione perdurante di instabilità finanziaria e non è di per sé sufficiente a eliminare l’obbligo del mantenimento.

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
Avv. Piergiorgio Rinaldi
La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.