Separazione e divorzio: se la casa coniugale appartiene ai suoceri?

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CASA FAMILIARE E SEPARAZIONE: CHE SUCCEDE SE APPARTIENE AI SUOCERI?

 

Di fronte al matrimonio di un figlio o di una figlia, i genitori diventano spesso generosi e mettono a disposizione una  abitazione di famiglia. Attenzione: non intestano quasi mai un immobile al figlio/figlia, e questo per due ordini di motivi: 1) il passaggio costa  2) in caso di separazione “ci riprendiamo l’immobile”.

Resta quindi un interrogativo: in caso di sentenza di separazione con figli, può capitare che la casa resti concessa in comodato resti “ostaggio” del collocatario/a in beffa dei reali proprietari?

 

Il comodato d’uso ai figli. Ci sono sorprese in caso di sentenza di separazione?

Finchè la coppia resta unita, non ci sono in genere problemi. Alle prime avvisaglie di separazione, però, iniziano i primi campanelli d’allarme e i generosi genitori iniziano a raccogliere informazioni sul “dopo”.

Infatti, c’è da bilanciare due differenti interessi: il diritto del proprietario ad essere reintegrato nel bene e il diritto dei figli della coppia ad avere un luogo dove vivere dignotosamente.

La sentenza n. 16769/2012 Cass. Civ. stabilisce che:  “quando un bene immobile sia dato in comodato per essere destinato a casa coniugale, senza limiti di tempo in favore di un nucleo familiare  si versa nell’ipotesi di comodato a tempo indeterminato e l’immobile resta vincolato alla destinazione impressa finché perdurino le esigenze della famiglia”.

In pratica, in mancanza di gravissimi motivi, il proprietario rientrerà nel possesso dell’immobile quando i nipoti saranno autonomi.

 

 Assegnazione. Conta qualcosa la volontà del proprietario?

Sembra di no.

Secondo l’orientamento della Cassazione, infatti, il comodato non viene meno per effetto della sentenza di separazione, e ciò per tutelare il preminente diritto della prole ad una collocazione stabile e indisturbata.

Il coniuge cui sia stata assegnata la abitazione familiare, quindi, potrà restare a vivere nell’immobile anche contro la volontà del proprietario, sempre che non sopravvenga un bisogno urgente e imprevisto di quest’ultimo, da dimostrare però in sede processuale.

Essendo questo l’orientamento giurisprudenziale prevalente, è sempre meglio riflettere prima di avere slanci di generosità?

Avv. Piergiorgio Rinaldi – esperto di diritto civile di famiglia in Roma

 

Avv. Piergiorgio Rinaldi - diritto civile e penale di Famiglia

Avv. Piergiorgio Rinaldi – diritto civile e penale di Famiglia

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
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