ABUSO DI ALCOL DEL CONIUGE E ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE
L’alcolismo in Italia è in aumento, soprattutto fra le donne e i giovani.
Il fenomeno è in aumento soprattutto nelle grandi città. A Roma e nel nord-est, il picco.
I consumatori sono oltre 35 milioni e di questi circa 8 milioni sono bevitori a rischio, 710mila i consumatori dannosi e solo 72.377 gli alcoldipendenti in carico al Ssn.
I binge drinker sono saliti a quota 3,7 mln e la fetta maggiore (900mila) si colloca nell’età tra gli 11 e i 25 anni, con 175mila minorenni.
L’aumentato uso di alcol fra le donne e i ragazzi e la trasversalità del fenomeno sono probabilmente i dati più preoccupanti, considerando che l’alcolismo era un tempo appannaggio esclusivo del sesso maschile e delle fasce sociali più disagiate.
Oggi, molto più di un tempo, l’alcolismo è entrato in famiglia come causa di addebito della separazione. Marito e moglie, insomma, fanno i conti con un nuovo subdolo nemico dell’unione.
LA SCOMPARSA DEL CONIUGE E LA DISGREGAZIONE FAMILIARE
La mancanza di assistenza morale e materiale, la violenza, la condizione di oppressione psicologica e spesso fisica che chi abusa di alcol trasferisce nella coppia, al pari del tradimento e di ogni altro atteggiamento negativo in grado di minare l’equilibrio della famiglia, diventa motivo di intollerabilità della convivenza e quindi causa diretta della disgregazione familiare.
L’abuso di sostanze alcoliche da parte di un coniuge (il marito o la moglie) può alterare l’armonia della vita di coppia e diventare un motivo che rende intollerabile proseguire la convivenza coniugale.
In generale quindi se il coniuge è alcolizzato o abusa di alcool, è possibile fare domanda di addebito della separazione.
Ricordiamo però che la pronuncia di addebito non è automatica ma spetta al giudice valutare i fatti in sede processuale.
Il giudice dovrà vagliare e valutare attentamente caso per caso, per verifare il nesso di causalità tra il fatto che il coniuge – il marito o la moglie – sia un alcolista e il fatto che sia stato solo questo fatto a decretare la crisi della coppia e quindi l’impossibilità di continuare la convivenza.
Avv. Piergiorgio Rinaldi – avvocato matrimonialista in Roma
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