Vivere da separati in casa (1)

Vivere separati in casa è una condizione ormai piuttosto frequente, benchè in genere temporanea.

La crisi economica ha amplificato il fenomeno dei separati in casa. Ma si può davvero essere separati e coabitare?

Innanzitutto, distinguiamo tra “convivenza” e “coabitazione”. La convivenza comprende anche la coabitazione ma è soprattutto sinonimo di fusione materiale e spirituale. La coabitazione è la semplice condivisione dell’immobile ai fini della divisione delle spese.

Nella separazione in casa, i coniugi, quindi, cessano di convivere e iniziano a coabitare. Siamo nel campo della c.d. “separazione di fatto”. Ma ha valore giuridico?

Come vivere separati in casa?

Non ci si separa in casa, tutto qui. Né il codice civile né le leggi speciali prevedono la possibilità di separarsi e continuare a vivere sotto lo stesso tetto. In pratica, chi vuole separarsi, lo deve fare anche fisicamente.

Nel nostro diritto, la convivenza nella stessa casa è consentita solo per un breve periodo per consentire a entrambi i coniugi di organizzare le proprie risorse e trovare una nuova sistemazione. A consentirlo, naturalmente, deve essere il Tribunale che segue la separazione legale dei coniugi, e che in genere concede 60 giorni prima che uno dei coniugi lasci la casa familiare.

Vivere da separati in casa: che dice la Legge?

La legge non ammette una separazione con la quale vengano meno tutti gli obblighi matrimoniali tranne quello di convivenza. Quindi, coloro che vivono insieme ma si “sentono” separati, in realtà restano vincolati a tutti i diritti e obblighi derivanti dal matrimonio (fedeltà, collaborazione materiale e contribuzione ai bisogni della famiglia) e in special modo a quelli di assistenza morale e materiale del coniuge.

Quale soluzione alternativa?

Considerato che la c.d. “separazione in casa” è più che altro una condizione mentale e non giuridica, l’unica soluzione alternativa è la separazione legale.

A maggior ragione lo è ove si consideri che la separazione in casa non costituisce presupposto per far iniziare a decorrere il termine di sei mesi indispensabile per ottenere il divorzio.

Non sono da sottovalutare, infine, i problemi che potrebbero aversi nel caso in cui uno dei due coniugi, intenzionato a opporsi alla dichiarazione del divorzio, eccepisse una riconciliazione favorita proprio dalla condivisione quotidiana dell’ immobile (cosa che favorisce anche i rapporti sessuali).

In questo caso, sarebbe necessario dimostrare che tale riconciliazione non ci sia stata. Ma si tratterebbe di una prova davvero ardua.

 

Separarsi e divorziare a Roma Avvocato diritto di famiglia Roma
Avv. P. Rinaldi Esperto in diritto di Famiglia

 

 

 

 

 

 

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
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La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.

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