La separazione consensuale per mail

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Dalla promessa di separarsi solo con la morte alla separazione consensuale per mail, senza nemmeno comparire davanti ad un giudice.

 

Arriva la separazione consensuale per mail

I tribunali stanno lavorando a bassissimo regime, il personale è in smart working, i magistrati fissano rinvii lunghissimi pur di non andare in ufficio.

In questo periodo, solamente le separazioni a forte conflittualità e altre rare emergenze vengono trattate dai tribunali.

Ove possibile, viene disposta la trattazione delle cause per iscritto attraverso uno scambio di memorie depositate telematicamente. Nel migliore dei casi, le cause vengono discusse attraverso una videochat.

In alcune città, i tribunali si sono organizzati con modalità ancora più impersonali: separazioni consensuali e divorzi congiunti vengono spediti per mail e approvati a distanza. Senza udienze.

 

Come chiedere la separazione consensuale per mail

Almeno due giorni prima dell’udienza, normalmente trattata in videochat, entrambe le parti possono inviare al Giudice una dichiarazione sottoscritta in cui dichiarano di essere concordi nel rinunciare alla partecipazione in udienza e di non aver cambiato idea sulle condizioni pattuite.

Dichiarano, quindi, di non volersi riconciliare e di confermare il contenuto del ricorso già depositato.

Il Tribunale fissa ugualmente l’udienza “virtuale”, ma le parti non devono partecipare. In quell’udienza, il magistrato si troverà da solo di fronte alla propria webcam, a dare atto a verbale dell’assenza delle parti e della dichiarazione pervenutagli circa la volontà di confermare la separazione o il divorzio alle condizioni stabilite.

Il gioco è fatto. E il rito è disfatto, poiché certamente la trattazione delle udienze tramite modalità a distanza resterà anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria poiché è innegabilmente comoda.

 

E sul piano della difesa?

Mentre per la separazione consensuale e per il divorzio congiunto, è tutto sommato accettabile che il passaggio “burocratico” davanti al giudice si possa svolgere con modalità a distanza, nelle separazioni e nei divorzi giudiziali esistono problemi non da poco.

Ad esempio, la trattazione “cartolare”, vale a dire per iscritto, non garantirebbe alcuna replica alle eventuali accuse dell’avversario, poiché non è previsto che agli scritti di controparte si possa replicare con controdeduzioni scritte. In questo caso, il ricorrente vedrebbe il proprio diritto alla difesa inevitabilmente compresso.

Ma neanche l’udienza in videoconferenza potrebbe sostituire la presenza fisica, la possibilità di intervenire al momento giusto, l’impatto emotivo sul giudice che la dimensione “fisica” può modulare e pilotare.

Per ora, ogni tribunale si sta orientando in maniera differente.

Presumibilmente, verso settembre, potremmo avere delle linee guida nazionali più esaustive.

Nel frattempo, soprattutto un mare di rinvii e di procedimenti che resteranno parcheggiati per mesi.

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi, esperto in diritto di famiglia

 

 

 

 

 

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
Avv. Piergiorgio Rinaldi
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