La separazione giudiziale è un rischio?

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La separazione giudiziale: aumentano i rischi?

Separazione giudiziale e rischio correlato: esistono più rischi nella separazione giudiziale o in quella consensuale?

Negli ultimi anni, si è assistito ad un esponenziale aumento delle separazioni non consensuali. La conflittualità delle coppie è aumentata, così come sono aumentate le false denunce finalizzate ad ottenere l’affido esclusivo dei figli.

Prima di arrivare all’udienza presidenziale, pertanto, la coppia ha già al suo attivo un paio di querele e diversi esposti che segnano l’ingresso in un percorso processuale molto tortuoso, dagli esiti spesso imprevedibili.

Ebbene, è indispensabile denunciare le vere violenze che si subiscono. Tuttavia, la presenza di denunce, agli occhi del giudice civile è spesso considerata semplicemente quale indice di una semplice “conflittualità” fra le parti e pertanto quale sintomo di un pericoloso abbassamento delle capacità genitoriali. E dalla presunzione di conflittualità alla disposizione di una CTU il passo è estremamente breve.

Separazione giudiziale e CTU a rischio

La valutazione della genitorialità in sede peritale prende in esame l’esistenza di competenze genitoriali le cui caratteristiche sono descritte dettagliatamente nel Protocollo di Milano del 2012. Brevemente e non esaustivamente, siamo bravi genitori se garantiamo ai figli buone cure mediche, un ambiente idoneo, un contesto protettivo sia materialmente che emotivamente. Siamo buoni genitori o “genitori psicologici” (così sono chiamati i genitori che sanno immedesimarsi nei bisogni interiori dei figli) se creiamo le premesse per l’autonomia dei figli, se ci prendiamo cura dei loro stati emotivi, se valorizziamo il ruolo dell’altro genitore ai loro occhi, se sappiamo gestire il conflitto senza coinvolgere i minori.

Siamo buoni genitori se preserviamo la struttura psico-affettiva dei ragazzi, ponendo l’educazione e la salute al di sopra del conflitto e dei rischi che comporta.

Il rischio della riduzione delle capacità genitoriali

Tuttavia, un genitore con ottime capacità può anch’egli andare incontro ad una riduzione delle proprie abilità: ad esempio, quando subisca un violento attacco personale da parte del coniuge maltrattante e sia costretto a reagire per limitare i rischi, ponendo la propria integrità fisica e psicologica istintivamente al di sopra degli altri fattori.

La “riduzione contestuale” delle capacità genitoriali è uno stato momentaneo, che richiede un aiuto da parte di chi è chiamato a giudicare e ad eliminare la violenza dal contesto familiare.

Invece, molto spesso, il giudizio viene “sospeso” in attesa delle risultanze di una CTU che misuri le capacità genitoriali dei coniugi, e le violenze proseguono peggiorando il quadro generale.

Il ruolo della Ctu

Una CTU che intervenga quando le capacità della coppia si trovino momentaneamente al minimo a causa dello stress provocato da una separazione “difficile”, a nostro avviso, non può che registrare l’inesistenza della gran parte dei requisiti di cui si parla nel Protocollo di Milano.

Una CTU sfavorevole può però portare a esiti drastici, quali l’affido dei minori ai Servizi Sociali e il collocamento presso una casa-famiglia, senza che il coniuge maltrattante sia realmente posto in discussione o differenziato dall’altro.

La valutazione astratta delle parti

Valutando i genitori “astrattamente” e senza aderenza al caso concreto, si può rischiare l’allontanamento dei figli dal coniuge maltrattato anziché dal maltrattante, poiché affatto rari sono i casi in cui i test somministrati alla coppia rivelino esiti ai limiti del paradosso: un soggetto violento può ad esempio superare ogni test grazie ad un buon controllo emotivo (e magari con un po’ di coaching del proprio CTP) mentre una madre un po’ apprensiva può esserne penalizzata perché “non favorisce l’indipendenza del minore”.

E’ difficile, oggi, per un avvocato matrimonialista, suggerire a cuor leggero il rimedio della separazione giudiziale, magari con richiesta di affido esclusivo,  poiché le variabili in gioco sono tante e nessuna è rassicurante.

Il miglior consiglio da dare ai propri assistiti è quindi quello di evitare i fattori di rischio, suggerendo di coltivare la qualità delle relazioni familiari e di lavorare per l’abbassamento della conflittualità di coppia, separando il piano genitoriale da quello coniugale.

Avv. Piergiorgio Rinaldi – avvocato matrimonialista in Roma

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
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