DIVORZIO: GLI ERRORI PIU’ COMUNI DELLE MADRI SEPARATE.
Nel precedente articolo abbiamo analizzato gli errori dei padri separati. In questo post analizzeremo, invece, gli errori delle madri separate.
Accettare un assegno troppo basso per il mantenimento della prole.
Spesso c’è una forte immedesimazione della donna separata nelle problematiche economiche del marito (che pure esistono, in caso di separazione) e si accettano assegni quasi simbolici a titolo di contributo per il mantenimento di uno o più figli. Ricordate che anche se il marito ‘paga’ meno di voi, vanta ugualmente il diritto di incidere sulla vita dei figli quanto voi.
Quello di ricevere un giusto contributo è un diritto del figlio, non della madre collocataria, quindi in molti casi può valere la pena di optare per una separazione giudiziale a tutela degli interessi del nucleo familiare in luogo di una più comoda e veloce consensuale.
Non querelare e non recuperare i crediti alimentari.
Di fronte ad un marito che continua a non contribuire al mantenimento della prole, occorre denunciare l’inosservanza legale degli accordi stabiliti nel verbale di separazione e attivare le procedure di recupero del credito.
Rinunciare rafforza nell’altro la convinzione dell’impunità. A tale proposito ricordiamo che è appena entrato in vigore l’articolo 570 bis del codice penale, uno strumento di tutela legale che si attendeva da tempo.
Non valutare il ruolo dei nonni paterni nel mantenimento dei nipoti
Poche donne sanno che il tribunale può stabilire che siano onerati dell’obbligo alimentare i nonni paterni, ove ricorrano condizioni di particolare indigenza di entrambi i genitori.
Avviare con leggerezza una convivenza more uxorio: la tutela legale del mantenimento
La donna separata che percepisca un assegno alimentare per il proprio mantenimento, non dovrebbe stabilire una convivenza more uxorio ove non voglia rischiare che l’ex marito faccia richiesta per essere esonerato dall’obbligo del contributo sulla base delle (presunte) migliori condizioni economiche dell’ex moglie determinate dal reddito del nuovo compagno.
Vivere prevalentemente in una seconda casa
Benchè l’ex casa coniugale venga regolarmente assegnata alla madre separata collocataria della prole, quest’ultima non può considerarla alla stregua di un diritto simile ad una proprietà esclusiva.
Nel caso di non uso dell’abitazione (ad es. per via di un trasferimento non temporaneo per motivi di lavoro) il marito può chiedere che venga revocata l’assegnazione dell’abitazione.
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