La scelta del ruolo nel matrimonio e il diritto all’assegno di divorzio
| a cura dell’Avv. Giampaolo Leggieri |
I ruoli durante il matrimonio
Nella prevalenza dei casi, la cessazione dell’unione matrimoniale realizza un impoverimento di entrambi gli ex coniugi e crea tra di loro uno squilibrio economico e patrimoniale che spesso dipende direttamente dal ruolo rivestito dal coniuge in costanza di matrimonio.
I ruoli svolti durante il matrimonio sono spesso frutto di scelte comuni dei coniugi; raramente si pensa che tali scelte influiranno anche nei rapporti post matrimoniali, ove si dovrà tener conto della diversità di posizione economica e sociale assunta dalle parti negli anni.
Tuttavia, la libertà di scelta e l’autoresponsabilità costituiscono il fondamento costituzionale dell’unione matrimoniale.
L’autoresponsabilità dei coniugi
La conduzione della famiglia è il frutto di decisioni libere e condivise. Ad esse si collegano doveri ed obblighi che imprimono alle condizioni personali ed economiche dei coniugi un percorso di vita che incide sulla sfera patrimoniale al momento dello scioglimento del matrimonio.
La legge 898/70 attribuisce all’assegno di divorzio una funzione assistenziale, riconoscendo all’ex coniuge il diritto all’assegno quando è privo di mezzi “adeguati” e non può procurarseli per ragioni obiettive.
La verifica giudiziale ha lo scopo di accertare se l’eventuale disparità economico-patrimoniale tra i coniugi, all’atto dello scioglimento del matrimonio, dipende da scelte familiari adottate e condivise in costanza di matrimonio, che hanno comportato il sacrificio di aspettative professionali e reddituali di una delle parti in funzione dell’assunzione di un ruolo “condiviso”, per esempio incentrato prevalentemente sulla cura della prole.
La verifica del Giudice
In questa verifica, il fattore della durata della vita matrimoniale è di cruciale importanza nella valutazione del contributo di ciascun coniuge alla formazione del patrimonio comune e dell’altro coniuge, oltre che delle effettive potenzialità professionali e reddituali consumate alla conclusione della relazione matrimoniale, anche in relazione all’età del coniuge richiedente ed alla conformazione del mercato del lavoro.
Il principio di solidarietà alla base dell’assegno di divorzio richiede quindi che l’accertamento relativo all’inadeguatezza dei mezzi ed all’incapacità di procurarseli per ragioni oggettive sia ancorato alle caratteristiche ed alla ripartizione dei ruoli familiari assunti in costanza di matrimonio.
Il sacrificio di aspettative professionali di un coniuge
Quando la disparità economica tra i coniugi proviene dal sacrificio di aspettative professionali e reddituali causato dall’assunzione di un ruolo consumato esclusivamente o prevalentemente all’interno della famiglia e dal contributo utile alla formazione del patrimonio comune e a quello dell’altro coniuge, occorre tenerne conto ai fini della valutazione dell’inadeguatezza dei mezzi e dell’incapacità di procurarseli per ragioni oggettive.
La funzione assistenziale dell’assegno di divorzio si basa sul principio costituzionale di solidarietà.
Per escludere rischi di ingiustificato arricchimento, si deve tenere conto, non solo dell’autosufficienza economica in astratto, ma anche, in concreto, del contributo fornito da ciascuno dei coniugi al raggiungimento del livello reddituale della famiglia, delle aspettative professionali ed economiche eventualmente sacrificate, specie in considerazione della durata del matrimonio e dell’età del richiedente l’assegno divorzile.
Avv. Giampaolo Leggieri

Avv. Giampaolo Leggieri, esperto in diritto penale di Famiglia