La bigenitorialità negata
La sottrazione di un genitore è definita come “deprivazione genitoriale”, vale a dire che il figlio viene considerato come soggetto privato di qualcosa cui ha diritto: il genitore. O meglio, entrambi i genitori.
La “presenza”, nel rapporto genitore-figlio, è l’espressione compiuta del principio della bigenitorialità, vale a dire di quel principio ritenuto la più alta estrinsecazione del rapporto triangolare che sussiste –e deve continuare a sussistere- fra genitori e prole.
Questo rapporto trilatero deve esistere nonostante i dissidi, nonostante la separazione.
La negazione o il venir meno di questo rapporto, rappresenta il massimo danno per il figlio.
Quattro casi di bigenitorialità negata
Potremmo distinguere quattro tipi fondamentali di deprivazione genitoriale, come segue:
Le conseguenze
In ognuno di questi casi di deprivazione genitoriale, possono emergere danni di tipo psicologico ma anche danni patrimoniali, transitori o addirittura permanenti. Si pensi al danno psichico, capace di condizionare un’intera vita.
Nella “costruzione di una persona”, arrecare un danno genitoriale è deleterio non solo per chi patisce tale danno, ma è dannoso anche dal punto di vista sociale; giacchè le conseguenze patologiche di uno sviluppo insufficiente, di una asocialità marcata, di una latente violenza dell’individuo deprivato, si riflettono anche negli altri individui e incidono con il proprio portato patologico sulla parte “sana” (obbligatorie le virgolette) della comunità.
Avv. Piergiorgio Rinaldi – avvocato matrimonialista in Roma
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Avv. Piergiorgio Rinaldi
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La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.
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La sottrazione di un genitore è definita come “deprivazione genitoriale”, vale a dire che il figlio viene considerato come soggetto privato di qualcosa cui ha diritto: il genitore. O meglio, entrambi i genitori.
La “presenza”, nel rapporto genitore-figlio, è l’espressione compiuta del principio della bigenitorialità, vale a dire di quel principio ritenuto la più alta estrinsecazione del rapporto triangolare che sussiste –e deve continuare a sussistere- fra genitori e prole.
Questo rapporto trilatero deve esistere nonostante i dissidi, nonostante la separazione.
La negazione o il venir meno di questo rapporto, rappresenta il massimo danno per il figlio.
Quattro casi di bigenitorialità negata
Potremmo distinguere quattro tipi fondamentali di deprivazione genitoriale, come segue:
Le conseguenze
In ognuno di questi casi di deprivazione genitoriale, possono emergere danni di tipo psicologico ma anche danni patrimoniali, transitori o addirittura permanenti. Si pensi al danno psichico, capace di condizionare un’intera vita.
Nella “costruzione di una persona”, arrecare un danno genitoriale è deleterio non solo per chi patisce tale danno, ma è dannoso anche dal punto di vista sociale; giacchè le conseguenze patologiche di uno sviluppo insufficiente, di una asocialità marcata, di una latente violenza dell’individuo deprivato, si riflettono anche negli altri individui e incidono con il proprio portato patologico sulla parte “sana” (obbligatorie le virgolette) della comunità.
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