Il mantenimento degli animali domestici in caso di separazione, in teoria, segue un regime simile a quello applicato alla prole, con un regime di visite e un contributo al mantenimento abbastanza simile a quello che deriva dall’affidamento condiviso dei figli.
Dalla teoria alla pratica
In realtà la prassi è affidata prevalentemente al buon senso dei proprietari, che in pochissimi casi accettano di alternarsi nel visitare l’animale domestico acquistato con l’ex e ancor meno mettono in conto di dover provvedere ad una parte del suo mantenimento.
Rare sentenze, e solo in caso di espressa richiesta delle parti e del loro avvocato, dispongono efficacemente sull’affido degli animali domestici, equiparando il loro accudimento a quello della prole. Quindi, realmente, qual’è il destino degli animali domestici in caso di separazione?
L’abbandono degli animali domestici
Duemila cani e altrettanti gatti, ogni anno –ed è alta la percentuale di Roma- passano dallo stare in casa alle “cure” di un canile/gattile. In realtà, una buona parte di loro viene costretta al vero e proprio randagismo perché la coppia decide non di rado di abbandonare i propri animali domestici in strada.
Nella pratica, quindi, il microchip non sembra un
deterrente capace di azzerare il fenomeno dell’abbandono. Anche perché, in caso
di ritrovamento, si può sempre sostenere di aver semplicemente perso l’animale.
Il mantenimento animali domestici in caso di separazione
Proposte di legge a favore degli
animali domestici
Giace in Parlamento da tempo, una
proposta di legge che introdurrebbe modifiche al codice civile, attraverso l’inserimento
degli articoli 445 bis e seguenti, volti a parificare realmente gli animali
domestici ai figli in termini di mantenimento e di accudimento.
In particolare l’art. 455-ter, che si intende introdurre, e che la proposta di legge intitola “Affidamento degli animali familiari in caso di separazione di coniugi”, prevede che il tribunale se i coniugi non raggiungono un accordo sui propri animali domestici, a prescindere dall’intestazione del microchip e considerando la proprietà dell’animale della coppia e non del singolo, anche sentito il parere dei figli e di esperti del comportamento animale, decide a chi affidare l’animale. La scelta viene fatta considerando quale delle parti presenti migliori capacità di accudimento e un ambiente più idoneo.
Alimenti a carico del non
affidatario
Il progetto di legge
prevede che l’affidamento degli animali domestici debba preferibilmente essere “condiviso”,
come per la prole.
Nel caso di affido esclusivo, quindi, dobbiamo immaginare che sarebbe deciso dal Tribunale un vero e proprio assegno a titolo di contributo al mantenimento, naturalmente a carico del coniuge non affidatario.
Avv. Piergiorgio Rinaldi, esperto in diritto di famiglia
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Avv. Piergiorgio Rinaldi
La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.
Il mantenimento degli animali domestici in caso di separazione, in teoria, segue un regime simile a quello applicato alla prole, con un regime di visite e un contributo al mantenimento abbastanza simile a quello che deriva dall’affidamento condiviso dei figli.
Dalla teoria alla pratica
In realtà la prassi è affidata prevalentemente al buon senso dei proprietari, che in pochissimi casi accettano di alternarsi nel visitare l’animale domestico acquistato con l’ex e ancor meno mettono in conto di dover provvedere ad una parte del suo mantenimento.
Rare sentenze, e solo in caso di espressa richiesta delle parti e del loro avvocato, dispongono efficacemente sull’affido degli animali domestici, equiparando il loro accudimento a quello della prole. Quindi, realmente, qual’è il destino degli animali domestici in caso di separazione?
L’abbandono degli animali domestici
Duemila cani e altrettanti gatti, ogni anno –ed è alta la percentuale di Roma- passano dallo stare in casa alle “cure” di un canile/gattile. In realtà, una buona parte di loro viene costretta al vero e proprio randagismo perché la coppia decide non di rado di abbandonare i propri animali domestici in strada.
Nella pratica, quindi, il microchip non sembra un deterrente capace di azzerare il fenomeno dell’abbandono. Anche perché, in caso di ritrovamento, si può sempre sostenere di aver semplicemente perso l’animale.
Proposte di legge a favore degli animali domestici
Giace in Parlamento da tempo, una proposta di legge che introdurrebbe modifiche al codice civile, attraverso l’inserimento degli articoli 445 bis e seguenti, volti a parificare realmente gli animali domestici ai figli in termini di mantenimento e di accudimento.
In particolare l’art. 455-ter, che si intende introdurre, e che la proposta di legge intitola “Affidamento degli animali familiari in caso di separazione di coniugi”, prevede che il tribunale se i coniugi non raggiungono un accordo sui propri animali domestici, a prescindere dall’intestazione del microchip e considerando la proprietà dell’animale della coppia e non del singolo, anche sentito il parere dei figli e di esperti del comportamento animale, decide a chi affidare l’animale. La scelta viene fatta considerando quale delle parti presenti migliori capacità di accudimento e un ambiente più idoneo.
Alimenti a carico del non affidatario
Il progetto di legge prevede che l’affidamento degli animali domestici debba preferibilmente essere “condiviso”, come per la prole.
Nel caso di affido esclusivo, quindi, dobbiamo immaginare che sarebbe deciso dal Tribunale un vero e proprio assegno a titolo di contributo al mantenimento, naturalmente a carico del coniuge non affidatario.
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