SI PUO’ DIVIDERE LA CASA CONIUGALE?
La casa famigliare,dopo la separazione, deve essere assegnata e goduta tenendo conto dell’interesse prioritario dei figli.
E’ quindi prassi
consolidata che l’abitazione coniugale venga assegnata al genitore collocatario
della prole.
I genitori possono dividere la casa?
Il valore degli immobili, specie in grandi città come Roma o Milano, è spesso proibitivo. E’ quindi possibile che, dopo la separazione o il divorzio, i coniugi possano continuare convenientemente a vivere sotto lo stesso tetto, in frazioni diverse e separate dell’immobile di proprietà?
Naturalmente, l’ipotesi è contemplabile esclusivamente per abitazioni di grandi dimensioni, con la caratteristica della frazionabilità, vale a dire del possibile godimento separato di porzioni indipendenti.
Nei casi in cui l’immobile lo permetta, i genitori possono condividere l’immobile, benchè separati e non conviventi, poiché è possibile la c.d. “divisione in natura” dell’unità immobiliare.
Dal punto di vista dei figli
Le pronunce che abbiano stabilito per la divisione in natura della casafamiliare non sono frequenti, tuttavia hanno trovato ampio appoggio da parte dei sostenitori della teoria secondo la quale la vicinanza dei coniugi può aiutare i figli nel superamento dell’evento separativo.
Secondo altre interpretazioni, invece, questa forma di convivenza attenuata, in presenza di elementi di conflittualità non risolti, è destinata ad incrementare ulteriormente il conflitto endofamiliare per via dell’eccessiva vicinanza fra gli attori del conflitto.
In quest’ultimo caso, i figli assisterebbero al perpetuarsi di una condizione di precarietà emotiva ben più dannosa dell’allontanamento di uno dei genitori.
Dividere la casa coniugale per la Cassazione
La Corte Suprema è intervenuta in due occasioni (ord. n. 8580/2014 e sent. n. 24156/2014). La Cassazione ha osservato che, anche ove sia possibile la materiale divisibilità dell’immobile, presupposto per convivere in separate frazioni dello stesso è l’assoluta mancanza di conflitto fra i genitori.
Pertanto, ove sussistano elementi di forte conflittualità, onde evitare che i figli ne risentano, la divisione dell’immobile non dovrebbe essere concessa da parte del giudice di merito.
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Avv. Piergiorgio Rinaldi
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La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.
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SI PUO’ DIVIDERE LA CASA CONIUGALE?
La casa famigliare,dopo la separazione, deve essere assegnata e goduta tenendo conto dell’interesse prioritario dei figli.
E’ quindi prassi consolidata che l’abitazione coniugale venga assegnata al genitore collocatario della prole.
I genitori possono dividere la casa?
Il valore degli immobili, specie in grandi città come Roma o Milano, è spesso proibitivo. E’ quindi possibile che, dopo la separazione o il divorzio, i coniugi possano continuare convenientemente a vivere sotto lo stesso tetto, in frazioni diverse e separate dell’immobile di proprietà?
Naturalmente, l’ipotesi è contemplabile esclusivamente per abitazioni di grandi dimensioni, con la caratteristica della frazionabilità, vale a dire del possibile godimento separato di porzioni indipendenti.
Nei casi in cui l’immobile lo permetta, i genitori possono condividere l’immobile, benchè separati e non conviventi, poiché è possibile la c.d. “divisione in natura” dell’unità immobiliare.
Dal punto di vista dei figli
Le pronunce che abbiano stabilito per la divisione in natura della casafamiliare non sono frequenti, tuttavia hanno trovato ampio appoggio da parte dei sostenitori della teoria secondo la quale la vicinanza dei coniugi può aiutare i figli nel superamento dell’evento separativo.
Secondo altre interpretazioni, invece, questa forma di convivenza attenuata, in presenza di elementi di conflittualità non risolti, è destinata ad incrementare ulteriormente il conflitto endofamiliare per via dell’eccessiva vicinanza fra gli attori del conflitto.
In quest’ultimo caso, i figli assisterebbero al perpetuarsi di una condizione di precarietà emotiva ben più dannosa dell’allontanamento di uno dei genitori.
Dividere la casa coniugale per la Cassazione
La Corte Suprema è intervenuta in due occasioni (ord. n. 8580/2014 e sent. n. 24156/2014). La Cassazione ha osservato che, anche ove sia possibile la materiale divisibilità dell’immobile, presupposto per convivere in separate frazioni dello stesso è l’assoluta mancanza di conflitto fra i genitori.
Pertanto, ove sussistano elementi di forte conflittualità, onde evitare che i figli ne risentano, la divisione dell’immobile non dovrebbe essere concessa da parte del giudice di merito.
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