ALIENAZIONE PARENTALE DEL PARTNER. PUO’ ESISTERE?

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ALIENAZIONE PARENTALE: I PARTNER “RADICALIZZATI” SONO ALIENATI?

Alienazione parentale: il partner non si considera mai come vittima della PAS. Con il termine PAS distinguiamo una sindrome che colpisce i figli, che diventano vittime inconsapevoli di condizionamento parentale da parte di un genitore che definiamo “alienante”.

Il minore alienato rifiuterà l’altro genitore, assorbendo gli atteggiamenti di ostilità del genitore alienante e interiorizzandone stato d’animo e pregiudizi.

A volte mi sono trovato a domandarmi se un fenomeno simile a quello che investe i figli, possa interessare anche un soggetto adulto.

In pratica, chi ci sta vicino –quindi, un compagno o una compagna- è “radicalizzabile” allo stesso modo di un figlio colpito da sindrome da alienazione parentale?

Possiamo, cioè, plasmare un utile “odiatore” che ci aiuti a combattere la nostra battaglia personale?

Secondo me, sì. Anzi, secondo me ci sono soggetti particolarmente vulnerabili che si prestano a fare proprio l’odio degli altri.

 

L’ADULTO PUO’ PARTECIPARE AL CLIMA DI ALIENAZIONE PARENTALE

Personalmente ho avuto modo di osservare che il compagno alienato si spinge molto oltre i limiti consueti di chi assorbe il disappunto di un’altra persona.

Egli, infatti, crea una patologica visione del nemico che si aggiunge a quella della persona amata.

E’ un odio per terza persona che si arricchisce di connotati ulteriori, di fantasie personali e di desiderio di vendicare i torti subìti dal partner.

Non è una semplice antipatia o una fisiologica gelosia. E’ desiderio di “fargliela pagare”, pericolosissimo perchè a volte si converte in iniziativa.

Ricordo ancora il caso di un papà che, dopo un’operazione chirurgica, non potè prendere la figlia per il week end perché il nuovo compagno della ex gli si parò davanti, nel cortile della scuola, affermando che la bambina avesse bisogno che prima il padre si ristabilisse del tutto.

 

COME SI INSEGNA L’ODIO AD UN ADULTO

Il metodo è semplice: si utilizza l’empatia.

I racconti del partner sono fondamentali, in questo passaggio.

Le violenze subite vengono dapprima “confessate” e poi ripetute in maniera aperta e costante, con un portato ansioso ancora vivido e i segni psicologici dei maltrattamenti ancora in vista.

L’immedesimazione nell’altro è praticamente inevitabile, di fronte al racconto di uno schiaffo in pubblico, di una imposizione sessuale, di una scenata sotto casa finita in pronto soccorso.

Il problema di fondo risiede nel fatto che nessuno può stabilire se questi racconti siano genuini o frutto di una consapevole distorsione. A volte sono semplicemente una rielaborazione in buona fede, carica di un comprensibile stress post-traumatico che colpisce l’ascoltatore in maniera irreversibile.

Ed ecco che –avendolo voluto o meno- abbiamo un soldato dalla nostra parte, qualcuno pronto a sacrificarsi per noi in nome di una forma di alienazione.

“Radicalizzare” qualcuno è quindi più semplice di quanto si pensi, specie se consideriamo che l’attrazione sessuale è un potente moltiplicatore dell’ostilità.

 

L’ALIENAZIONE PUO’ FINIRE

Le storie delle coppie che si formano con questi presupposti hanno due possibili sbocchi: si uniscono e si rinsaldano patologicamente grazie alla presenza di un nemico comune (che diventa perfino utile per mantenere vivo il rapporto) oppure si disgregano a causa di una tensione eccessiva subìta dal nuovo partner.

Ad ogni litigio telefonico per i figli, ad ogni weekend sfumato per un disaccordo sul diritto di visita, ad ogni spesa straordinaria non corrisposta, si alimenta il rancore per il nemico comune.

La maggior parte delle relazioni non sopporta un carico simile, specie quando il nuovo partner inizia un sano percorso di rielaborazione del proprio stato emotivo.

Rarissimi i casi in cui si riesce a capire e ripartire da zero, con un percorso autonomo e privo di condizionamenti dal passato.

Comunque, nella mia vita ne ho visti un paio.

Quindi ancora non smetto di coltivare un cauto ottimismo.

 

 

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
Avv. Piergiorgio Rinaldi
La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.