Finchè vita non ci separi

matrimonio civile religioso concordatario

Lessico del matrimonio civile e concordatario

 

MA SE SOLO CAMBIASSIMO QUALCHE PAROLA?

Il matrimonio con rito civile è fatto di pochi fronzoli e di molta sostanza. Dura poco, è abbastanza informale, si limita a raccogliere le volontà degli sposi e a dichiararli “uniti in matrimonio”.

Molti lo preferiscono perché è asciutto, poco impegnativo e raggiunge lo scopo. Si adatta a laici e credenti, è praticabile da ogni ceto sociale, può essere sciolto e ricelebrato quante volte lo si desideri e –volendo- non costa nulla.  Insomma, è comodo e sta bene su tutto.

Tuttavia, il vero significato del matrimonio, così come la nostra cultura laica-non-troppo lo intende, secondo molti è pienamente espresso solo dal rito religioso, che, al contrario di quello civile, limita al minimo l’evidenza dell’aspetto contrattuale per favorire il ruolo della promessa spirituale.

Per quanto un uomo di Legge laico possa considerare folkloristici alcuni elementi del rito concordatario, in realtà il matrimonio religioso ha in sé tutti gli elementi tipici che caratterizzano l’unione secondo la nostra cultura popolare.

matrimonio civile e concordatario

Matrimonio civile e concordatario

Non a caso, il matrimonio religioso postula il concetto, ben radicato nella nostra formazione, di un’unione che duri per sempre, incorruttibile e che comunque –anche ove dovesse corrompersi lungo la strada- non sia rescindibile dalle parti.

Inoltre, la perentoria locuzione “non osi l’Uomo separare ciò che Dio ha unito” che segue la moderata suspense che si crea quando viene chiesto alla platea se esistano motivi che dovrebbero impedire la prosecuzione del rito, rappresenta il monito a rispettare l’integrità della cellula che si è appena costituita ed è la perfetta chiusura drammaturgica del sacramento.

Prescindendo dal rito, il matrimonio reca in sé l’implicita aspettazione di un legame senza interruzioni, in grado di resistere agli scompigli dell’esistenza finchè, come suol dirsi, morte non separi.

Dopo tanti anni passati a seguire famiglie in crisi in qualità di loro avvocato, ho maturato ovvie riserve sulla indissolubilità del matrimonio, e in particolare sulla fosca espressione appena riportata, in cui la Morte sembra essere l’unico potere in grado di far rassegnare alla propria supremazia tanto la dimensione del sacro quanto quella del profano.

Nel 2017, i matrimoni celebrati a Roma sono stati oltre 195.000, le cause di separazione sono state circa 92.000 mentre i divorzi sono stati più di 85.000.

Nel 2018 ha iniziato ad andare in crisi anche una buona parte delle unioni civili fra persone dello stesso sesso.

Insomma, sembra proprio che sia la volontà delle persone a sciogliere i matrimoni, mentre la tradizionale dipartita appare ormai decisamente sorpassata.

 

FINCHE’ VITA NON CI SEPARI

A questo punto, sarebbe forse più coerente introdurre espressioni nuove, svecchiare il repertorio. Le parole, in fondo, sono importanti.

E allora potremmo sostituire il sinistro “finchè morte non vi separi” con un più autentico “finchè la vita non decida di separarvi”, che magari invita a risiedere meglio nel presente, considerato che la vita separa ben più della morte.

Sarebbero da rivedere anche altre espressioni.

Ad esempio, il tradizionale passaggio che recita “vuoi tu prendere in moglie…” –e che come lo pronunci già ti richiama alla mente l’immagine della flanella- potrebbe essere sostituito da un più originale “sei tu felice di avere accanto…” che, peraltro, rende anche meglio l’idea della verosimile precarietà di questo circoscritto stato di grazia.

 

Avv. Piergiorgio Rinaldi – Avvocato esperto in separazione, divorzio, diritto di famiglia a Roma

 

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi, esperto in diritto di famiglia

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
Avv. Piergiorgio Rinaldi
La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.