Normativa semplificata Obblighi economici

Quando cessa il mantenimento?

quando cessa assegno mantenimento

Il mantenimento del coniuge separato cessa in particolari condizioni. Come sappiamo, sia la separazione che il divorzio possono vedere riconosciuto un assegno a carico del coniuge economicamente più debole.

In sede di separazione, tale contributo prende il nome di “assegno di mantenimento”, mentre in sede di divorzio prende il nome di “assegno divorzile”. Quando, questi assegni, possono essere eliminati?

Mantenimento e assegno divorzile

Tra i due tipi di assegno esiste una differenza in termini di importo, in quanto l’assegno divorzile può spesso subire una revisione al ribasso in quanto, per determinarne l’ammontare, il giudice non considera il tenore di vita potenziale della coppia (come durante la separazione) bensì lo stato di bisogno del coniuge debole, la durata del matrimonio, il contributo personale alla prosperità familiare e la perdita di chances lavorative derivante dalla necessità di prendersi cura della famiglia.

Quando cessa l’assegno di mantenimento

L’assegno di mantenimento viene percepito per tutto il periodo della separazione, sino al divorzio (dopo il quale viene sostituito dall’assegno divorzile). Vediamo, quindi, quando cessa l’assegno di mantenimento nel periodo della separazione.

Durante questo periodo, è normale che le parti abbiano nuove relazioni. Quando una relazione diventa stabile e si stabilisce una nuova convivenza, si forma una famiglia di fatto.

Quando incide questo elemento sul mantenimento? Molto, poiché la Cassazione stabilisce che il carattere di stabilità del nuovo rapporto contribuisca a sollevare dal bisogno economico il coniuge debole. Ne deriva che, in caso di formazione di una famiglia di fatto, si perda il diritto di percepire l’assegno di mantenimento.

E l’assegno divorzile?

Fino al 2018, il medesimo ragionamento valeva anche per l’assegno divorzile.

Attualmente, dopo la sentenza del 2018 che ha “riordinato” la materia (Cass. Sezioni Unite Sent. 18287/18), l’assegno divorzile cessa se il beneficiario contrae nuove nozze o se avvia una relazione stabile. Tuttavia, egli potrebbe continuare a percepire una quota “compensativa”, cioè una somma a titolo di ristoro per le occasioni lavorative sacrificate per la cura della famiglia (es. nel caso di lavoro casalingo che abbia contribuito a favorire l’ascesa professionale del coniuge e la prosperità della prole).

In ogni caso, l’eliminazione o la riduzione del contributo non può essere automatica, ma dovrà sempre essere valutata da un giudice.

 

Separarsi e divorziare a Roma Avvocato diritto di famiglia Roma
Avv. P. Rinaldi, Cassazionista, esperto in diritto di Famiglia

 

 

 

 

 

 

 

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Avv. Piergiorgio Rinaldi
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La realta' della famiglia in crisi richiede conoscenze approfondite ed una dedizione assoluta. Soprattutto, richiede pratica quotidiana e grande passione personale. Per arrivare al migliore accordo.

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